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In questi due mesi di quarantena forzata gli italiani hanno comunque continuato a bere e acquistare vino, nonostante tutto.

È quanto emerge da uno studio di Associazione “Donne e qualità della vita”, guidata da Serenella Salomoni in collaborazione con il movimento ‘Io sto con il made in Italy’ presieduto da Klaus Davi.

Lo studio, realizzato su 625 italiani, uomini e donne tra i 25 e 65 anni, dimostra che il vino continua a essere un toccasana per il fisico e per la mente: in primis, per il 65% del campione, favorisce l’aggregazione o, in questo particolare periodo, le relazioni interpersonali, con degustazioni virtuali per esempio; per un 55% agevola e incoraggia il dialogo, molto importante in un momento così delicato dove molti potrebbero chiudersi in sè stessi; stempera le angosce (42%); incentiva il buonumore e la rilassatezza (39%); smussa, al contrario, l’aggressività (33%). Ancora: stando alla ricerca il consumo di un bicchier di vino in queste fasi di isolamento è servito anche ad alimentare la creatività (58%), stimolare la concentrazione (48%), contrastare le crisi depressive (45%), trasmettere una visione più positiva del futuro (38%) ed è stato di ottima compagnia per le chiacchierate virtuali con gli amici online (29%).

Durante la quarantena la preferenza è andata su vini italiani.