Sostenibilità, sicurezza degli operatori e dei consumatori: sono questi gli obiettivi principali di cui si è parlato al Valpolitech in Cantina.
Una novità è stata presentata anche per i sistemi di pompaggio e le macchine riempitrici a bassa dissoluzione di ossigeno che permettono durante le operazioni di travaso e di imbottigliamento, di ridurre l’aggiunta di solfiti alle masse in lavorazione. Ad oggi, infatti, l’anidride solforosa è il principale strumento per il controllo della stabilità chimico-fisica e microbiologica in vinificazione, grazie alle sue proprietà antibatteriche e antiossidanti, ma il suo livello deve essere tenuto sotto controllo a causa della sua ben nota tossicità.
“Tecnologie come queste – ha spiegato Olga Bussinello, direttore del Consorzio Vini Valpolicella – che permettono un minimo contatto del mosto e del vino con l’ossigeno, insieme ad una materia prima sana e a un elevato livello di igiene della cantina, permettono la potenziale produzione di vini senza conservanti aggiunti che rispondono alle nuove esigenze dei mercati in materia di salubrità del prodotto e tutela dei consumatori”.
Importanti sviluppi anche per quanto riguarda la sostenibilità con i rilevatori di anidride carbonica studiati per le cantine. La co2 prodotta durante la vinificazione, può provocare intossicazioni anche mortali agli operatori a causa del fatto che è inodore e incolore.
La presenza di questi specifici sensori che riescono a rilevare questo gas anche a basse concentrazioni diventa quindi indispensabile per rendere la cantina un ambiente sicuro.
Da segnalare anche il nuovo sistema di etichette elettroniche applicate ai vasi vinari per visualizzare ed aggiornare in tempo reale tutte le informazioni sul contenuto di serbatoi d’acciaio, cemento, barriques, ecc. Questi supporti elettronici sostituiscono i semplici fogli di carta e sono installabili senza cablaggi, permettendo un aggiornamento continuo dei dati dei serbatoi senza errori, a favore di una tracciabilità e storicità totale delle operazioni di cantina.