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Si tratta di una grande opportunità per i produttori

“Il Prosecco Rosè è una grande opportunità per i produttori: c’è una grande attesa nei mercati esteri” – commenta Giorgio Polegato presidente della Consulta vitivinicola di Coldiretti Veneto  che precisa che l’obiettivo è il 10% della produzione, ovvero 50 milioni di bottiglie da immettere sul mercato”.  

L’ok del Comitato nazionale Vini del Mipaaf alla modifica del disciplinare di produzione della Doc Prosecco che introduce e riconosce la tipologia Rosè è stato accolto dai viticoltori di Coldiretti Veneto come un traguardo oltre che un incoraggiamento alla ripresa per affrontare la Fase2 in chiave positiva.

Le bollicine più famose al mondo possono ora vantare un ulteriore riconoscimento ufficiale ed incontrare il gusto dei consumatori sempre più attenti all’origine e al saper bere grazie alla preparazione degli imprenditori che in cantina propongono iniziative di approccio e approfondimento culturale ad un sistema che è espressione della qualità del patrimonio agroalimentare regionale.

“Con 14 docg, 29 Doc e 10 Igt il Veneto regione ai vertici nazionali per produzione (10mln di ettolitri) ed export (2,2 mild) affronta, dopo l’emergenza sanitaria, uno scenario molto difficile per il settore – dice Giorgio Polegato – sia per le conseguenze della pandemia in Italia che i per Paesi esteri dove tradizionalmente si apprezzano e si bevono i vini della nostra regione. C’è la consapevolezza e la volontà del settore di intervenire per contenere le produzioni e togliere dal mercato parte del prodotto utilizzando tutti gli strumenti possibili, ma le risorse per sostenere queste operazioni e per compensare i produttori non sono sufficienti. Si devono aggiungere – insiste Polegato – misure e risorse straordinarie per far in modo che la vitivinicoltura veneta, che rappresenta un quarto di quella nazionale, possa traghettare questo periodo contenendo i danni e una nuova ripartenza”. A pesare sul successo mondiale del Prosecco – spiega la Coldiretti – è però il proliferare nei diversi continenti di falsi di ogni tipo con le imitazioni diffuse in tutti i Paesi, dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata le vendita anche del Whitesecco e del Crisecco. Occorre tutelare le esportazioni di vino Made in Italy di fronte ai numerosi tentativi di banalizzazione delle produzioni nazionali – conclude Giorgio Polegato  sottolineando che “oltre alla perdita economica, è soprattutto grave il danno di immagine che mette a rischio ulteriori e nuove opportunità di penetrazione dei mercati”.

Prosecco Rosè, il commento di Luca Zaia

“Un grande segnale per tutto quel mondo che il Prosecco rappresenta ma, in questi tempi in cui morde la crisi legata all’emergenza Coronavirus, si tratta anche del premio ad una importante intuizione e quindi un messaggio di speranza e futuro per quello che è uno dei più importanti settori produttivi della nostra Regione”.

Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, saluta l’accoglimento da parte del Comitato nazionale Vini del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali della proposta di modifica al disciplinare di produzione della Doc Prosecco che introduce e riconosce la tipologia Rosè.

“L’assemblea dei produttori ha varato la delibera di proposta esattamente un anno fa – aggiunge il Governatore -. Dopo la trasmissione al Ministero da parte delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, pur con i ritardi legati alla diffusione del Covid -19, oggi si è raggiunto il traguardo. Tempi così rapidi confermano la bontà dell’intuizione dei nostri viticoltori e del gioco di squadra portato avanti tutti i livelli. Mi congratulo con tutti i protagonisti di questa partita e con tutti coloro che hanno dato il loro apporto in impegno professionale e passione”.

“Il Prosecco rosé era una realtà per gli amanti del buon bere – conclude Zaia – basta pensare che in un recente sondaggio condotto negli Stati Uniti l’84% degli intervistati dicono di conoscerlo, oggi questa realtà può vantare anche il riconoscimento ufficiale. Abbiamo aggiunto una nuova gemma a quel diadema di 500 milioni di bottiglie all’anno che è il mondo del Prosecco”.