Uno stand nuovo e tante bottiglie per raccontare Abruzzo, Sicilia, Sardegna e Spagna
La 55esima edizione del Vinitaly è ormai alle porte: da domenica 2 a mercoledì 5 aprile la Fiera di Verona accoglierà aziende vinicole e winelovers per vivere l’evento fieristico per eccellenza nel mondo del vino. Tra questi anche Fantini Wines, l’azienda vitivinicola fondata a Ortona nel 1994 e diventata una delle più note tra quelle esportatrici nel Sud Italia.
Lo stand, anticipa Fantine Wines, sarà completamente rinnovato e mutua le proprie scelte cromatiche dalla nuova palette di colori scelta per il recente rebranding del gruppo: si troverà al padiglione 12, quello che ospita l’Abruzzo, alle “coordinate” E 2. Ampio spazio verrà dedicato alle tantissime referenze by Fantini e un focus particolare su alcune tra esse, tra nomi noti e novità.
La Spagna di Fantini Wines

Fanno parte di quest’ultimo gruppo le etichette spagnole di Fantini. La casa vinicola di Valentino Sciotti ha di recente allargato ulteriormente i propri orizzonti, atterrando anche nella Penisola iberica ma sempre con la stessa filosofia aziendale: scegliere territori particolarmente vocati a una viticoltura di alta qualità ma con potenzialità ancora inespresse. Anche qui, dunque, non la Spagna enologica mainstream, quella de La Rioja o della Catalogna, del Duero o dell’Andalusia; Fantini ha scelto piuttosto una delle regioni meno conosciute per il settore: Castilla-La Mancha. Sono così entrate a far parte del gruppo due nuove realtà: Finca Fella e Cueva del Viento.
Finca Fella si trova nella zona di Alpera, a pochi km da Albacete, nella parte meridionale della regione, neanche sei chilometri di distanza dalla Comunidad Valenciana, un’ora e mezza di auto da Murcia, qualcosa meno per raggiungere il mare di Alicante. È un piccolo paradiso per le uve: presenta vigneti vecchissimi con impianti ad alberello di oltre 100 anni che crescono su un altopiano a 900 metri sul livello del mare. Vi si producono sia vini rossi che bianchi. Tra i primi, le etichette di maggior prestigio sono El Maso, un 100% Garnacha Tintorera di grande struttura e tannini vellutati; e Altado Monastrell, un 100% Monastrell vivace, corposo con grande acidità e tannini nobili e levigati. Tra i bianchi, spicca invece l’Altado Verdejo, 100% da uve Verdejo, rotondo e lungo, con sentori di frutta bianca e un retrogusto di finocchio tipico del vitigno con cui viene realizzato, «ha grandissime potenzialità, sviluppa un’acidità perfetta che si amalgama bene con la potenza aromatica – spiega Sciotti – È come se fosse un Sauvignon negli aromi, ma con una bella struttura, quasi si sposasse con uno Chardonnay».
Cueva del Viento è un’altra realtà tutta da conoscere. Siamo più a Nord, su un altopiano tra i 900 e i 1000 metri d’altitudine con forti escursioni termiche e clima continentale. La zona fino a ieri era conosciuta soprattutto per i vini da taglio: un vero peccato, perché vi si trovano in verità vitigni – a iniziare da Monastrell e Garnacha Tintorera, perfettamente adattate – con oltre 80 anni d’età; sono viti basse, ad alberello, col tronco grande e coi grappoli – tutti a piede franco – che quasi toccano terra. Vanno raccolti manualmente, qui la tecnologia non è un’opzione possibile; le rese sono molto basse ma garantiscono eccellenza. Fantini vi imbottiglia la linea entry level Alto Las Rocas (un bianco a base di Sauvignon Blanc e Verdejo; un rosato 100% Tempranillo; infine un rosso, blend di Tempranillo e Syrah) e poi etichette premium, Cueva del Viento Monastrel 100% e super premium come Misma Luna 100% Garnacha Tintorera. Grado alcolico, colore, potenza aromatica, tannini, per Fantini c’è davvero tutto.
Il boom della Sardegna

Dalla Spagna alla Sardegna: qui Fantini è orgogliosa di poter presentare a Verona la propria cantina Atzei. Si trova a Mogoro, un quarto d’ora in auto da Sanluri, provincia di Oristano, nella subregione dell’Alta Marmilla: un luogo caratterizzato dal susseguirsi di vaste colline tondeggianti e somiglianti a mammelle (da qui “marmilla”). Regala viti vecchie e vitigni molto interessanti nella splendida cornice dei monti della Giara, in una valle incontaminata ai piedi del Monte Arci, vulcano spento. Qui Atzei produce quattro etichette: un bianco (Saragat Vermentino Igp), due rossi monovitigno, da uve Monica (Saragat Doc) e Cannonau (Saragat Doc), e soprattutto Aru, blend di Monica e Cannonau, il vino di punta e già pluripremiato, tannini densi, vellutati e raffinati, al naso note di gelso, prugna nera e viola fresca con retrogusto di mirto, tabacco e spezie affumicate.
La Sicilia, una regione Sensuale

Si cambia isola: Sensuale è la linea che Fantini, attraverso la propria Vigneti Zabù, sarà lieta di proporre al Vinitaly dalla Sicilia. Il nome fa riferimento alla bottiglia: bellissima, slanciata, snella, dinamica, innovativa, raffinata. Ricorda quella di un profumo. È sinuosa. Appunto: sensuale, lavorata a rilievo per riprodurre il motivo floreale che orna la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Sambuca di Sicilia, dove si trova la cantina. Ci sarà Sensuale rosé: rosato in stile provenzale nel colore, quindi di un rosa scarico, cipria, pallido, raffinato, elegantissimo a livello gustativo ma con grande intensità olfattiva, grazie all’abilità degli enologi Fantini (blend di Nerello Mascalese, Merlot e Cabernet Sauvignon, denominazione “Rosato Sicilia”). E poi anche una seconda etichetta, Sensuale bianco, un 100% Grillo.
L’omaggio a Camillo De Iuliis

In questo caso non si tratta di una novità, ma del completo restyling di un’etichetta di successo che diventa ancor più tributo commosso a Camillo De Iuliis, uno dei “three dreamers”, i tre sognatori che fondarono Fantini nel 1994. Il Don Camillo, prodotto dalla casa madre Fantini proprio in Abruzzo, è un rosso che vuole ricordare la personalità di De Iuliis, uomo cosmopolita, a lungo residente a Londra ma assai legato alla propria terra, lui che era nativo di Roseto degli Abruzzi. Per questo Don Camillo è un blend di Sangiovese all’85% (ossia di un’uva ampiamente coltivata in Abruzzo) e di Cabernet Sauvignon al 15%, dunque il vitigno internazionale per eccellenza. È invecchiato per sei mesi in barrique di legno americano. Elegantissima ed eccentrica, proprio come il compianto Camillo la bottiglia d’oro lucente con etichetta nera a contrasto custodisce una beva corposa, con buoni tannini, note speziate di liquirizia, vaniglia e fiori appassiti.
…e infine Three Dreamers

Three Dreamers è un rosso da uve autoctone abruzzesi biologiche appassite, «in pratica abbiamo perfezionato la tecnica produttiva dell’Amarone». Ed è la storia stessa di Fantini. I tre sognatori in questione sono Valentino Sciotti, Filippo Baccalaro e Camillo De Iuliis, i tre soci che 29 anni hanno sognato di diventare produttori di vini di qualità, basandosi sul Sud Italia, senza terreni propri (Fantini nasce aggregando a sé, in una sorta di “federazione”, tanti piccolissimi produttori che rimangono proprietari dei loro filari, selezionati in aree vocate ma non sufficientemente valorizzate, e scegliendo i loro migliori vigneti, quelli più vecchi. Fornendo infine a questi “custodi dei territori” il supporto tecnico ed enologico). Three Dreamers by Fantini dunque come vino d’eccellenza e come celebrazione di una impresa italiana. Questa produzione prevede una bottiglia dal design completamente nuovo; l’etichetta riproduce una sorta di portale, con la toppa per la chiave; quest’ultima tintinna appesa al collarino, come dire evocativamente: “Usami per aprire la serratura ed entrare in questo sogno, il nostro sogno”. Spiega Sciotti: «Three Dreamers è la massima espressione della nostra enologia».