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Busi: “Il mercato della Cina sta maturando, vogliamo entrare nell’ottica della fidelizzazione”

Consorzio Vino Chianti ha chiuso in positivo l’anno appena concluso: a metà dicembre le vendite hanno segnato un incremento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2018, proseguendo in positivo fino agli ultimi giorni dell’anno grazie anche agli acquisti per le festività.

“Un segno più che riveste un’importanza particolare in questo momento di mercato complessivamente non felice, soprattutto a livello europeo dove il nostro principale acquirente, la Germania, è di fatto in crisi – ha commentato il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi -. La vendemmia 2019 è andata bene, abbiamo raggiunto l’obiettivo della riduzione del 10% delle quantità che ci eravamo dati per mantenere i magazzini in linea con l’andamento commerciale. Abbiamo magazzini capienti per affrontare il mercato e la qualità 2019 è ottima. Il merito di questo risultati è delle aziende che negli anni scorsi hanno fatto importanti investimenti, come dimostra il fatto che ad oggi il 75% dei vigneti è stato rinnovato”.

Nel corso del 2019 il mercato di riferimento è stato quello statunitense, ma l’allarme dazi proveniente dagli Usa non è da sottovalutare: “Bisogna capire se la minaccia di dazi resterà tale o se c’è davvero una volontà di applicarli – ha spiegato Busi – Al momento regna l’incertezza e noi possiamo solo augurarci che le trattative politiche riescano a scongiurare l’innalzamento di barriere commerciali che fanno soltanto danni per tutti”.

 Poche soddisfazioni dai tradizionali bacini europei, Germania e Regno Unito. Il segno positivo complessivo però indica comunque che il posizionamento strategico su mercati nuovi riesce a compensare il calo degli importatori storici. Segnali molto importanti sono arrivati invece dalla Cina, con volumi in aumento rispetto al 2018.

“Le nostre aspettative per il 2020 partono da questo quadro – ha affermato Busi -. Sicuramente aumenteranno le esportazioni verso la Cina dove si consolideranno i rapporti con nuovi clienti avviati nel 2019. Il mercato cinese è profondamente cambiato: siamo passati da grandi ordinativi spot all’acquisto di quantità più piccole ma con cadenza costante. Questo significa che il mercato sta maturando e che si sta entrando in un’ottica di fidelizzazione verso le nostre etichette: è un buon segnale. L’altra partita alla quale guardiamo con grande attenzione è quella per l’accordo Mercosur: attualmente paghiamo dazi altissimi per vendere i nostri prodotti nei paesi dell’America Latina e il raggiungimento di un accordo con l’Europa per la liberalizzazione dei commerci spalancherebbe per noi degli scenari incredibili, dai quali trarre enormi vantaggi”.