Guerra aperta a colpi di vino, o meglio, a calici di Chianti. La vicenda sta facendo discutere il mondo enologico, in particolare le terre toscane, dopo che il Consorzio Chianti ha approvato la proposta di modifica al disciplinare di produzione: nascerà il Chianti Gran Selezione, dando il via all’iter di approvazione da parte della Regione Toscana, del ministero dell’Agricoltura e della Commissione europea in un tempo stimato di circa due anni. Con il nuovo disciplinare nasce anche la menzione geografica aggiuntiva o più comunemente chiamata “sottozona” Chianti Terre di Vinci. Qualità e semplificazione sono le parole chiave che hanno guidato gli amministratori del Consorzio nella revisione delle regole alle quali devono attenersi i produttori e gli organismi di controllo.
La decisione ha trovato però forte attrito e polemiche da vari Consorzi, in particolare da parte del Consorzio Vino Chianti Classico, dove il presidente Giovanni Manetti promette “dura opposizione a questa proposta, in tutte le sedi istituzionali. Abbiamo subito un attacco frontale, che rischia di mettere a repentaglio il percorso di collaborazione da tempo avviato dal comparto viticolo toscano, fortemente sostenuto ed incentivato anche dalla Regione, che ci ha visti fino ad oggi protagonisti partecipi e attivi”.
La disputa sarebbe nata nel momento in cui si è compreso che la Gran Selezione presenterebbe caratteristiche identiche già messe in campo dal vino Chianti Classico, come il grado alcolico, i tempi di invecchiamento, il divieto di uso del fiasco, e la certificazione obbligatoria per le transazioni di sfuso.
Tuttavia, nonostante le perplessità, la proposta di modifica agli 8 articoli del disciplinare è stata approvata con percentuali favorevoli tra l’89% e il 99%. Il totale dei voti espressi in assemblea rappresentava il 70% dell’intero corpo sociale.
Con il nuovo disciplinare, il Chianti Gran Selezione presenterà un intenso colore rosso rubino, tendente al granata con l’invecchiamento, un odore speziato e persistente. La gradazione alcolica minima sarà più elevata ( circa 13 gradi) e un invecchiamento di almeno 30 mesi. Vietatissimo l’uso del fiasco. Il vino potrà essere prodotto in tutto il territorio di produzione della Denominazione vino Chianti Docg. La messa a punto di queste nuove regole vuole strizzare l’occhio ai mercati oltreoceano (America e Cina).
“L’iter di approvazione del nuovo disciplinare durerà appunto due anni – ha dichiarato il direttore del Consorzio Marco Alessandro Bani – ma si chiederà che il provvedimento abbia efficacia retroattiva. Quindi chi vorrà potrà iniziare già adesso a produrre Chianti con i criteri dettati per la Gran Selezione e immettere le prime bottiglie sul mercato nell’arco di tre anni”.